Un giorno, parecchi anni fa, una persona che reputo saggia e conscia, mi disse:
“Vedo che non ti stanchi mai di parlare con chi non può comprendere, ti dai tanto da fare per tentare di trasmettere certe conoscenze, quanta pazienza che hai! Cerchi in tutti modi di far capire, a chi non può capire, come stanno le cose e quale sia la realtà e la verità che si nasconde dietro un mondo costruito sul falso e sull’illusione. Ebbene caro Giuseppe, insisti pure se vuoi, ma sappi che non ne caverai un ragno dal buco, ti stancherai, sì, arriverà il giorno in cui ti stancherai…”.
Ricordo che tali affermazioni mi colpirono profondamente: tant’è che mi rimasero impresse.
Ricordo di aver risposto qualcosa tipo: “Non credo proprio, fa parte della mia natura, troverò il modo di elaborare un linguaggio, una chiave di lettura…”. Infatti, non riuscivo affatto ad immaginarmi “stanco” di trasmettere una visione “altra” della cosiddetta realtà.
Passarono gli anni ma, spesso, mi ritornava in mente quella conversazione così particolare e mai dimenticata.
Già, perché nel frattempo le cose non erano cambiate più di tanto, anzi… Stesse difficoltà di comunicazione, stesse incomprensioni, per non parlare poi di situazioni al limite dell’alterco!
Ebbene, anche adesso, sebbene non abbia trovato alcuna facilitazione per trasmettere ciò che “vedo” e che “vivo”, non credo di essermi ancora “stancato”, nonostante gli sforzi e le energie utilizzate per la “causa”.
Qualche giorno fa, però, mi è capitato di ascoltare queste parole:
“Non si può insegnare nulla a nessuno, perché si dovrebbe agire su quella che è la consapevolezza della coscienza. Siccome l’acquisizione della consapevolezza della coscienza è un processo personale, io non posso aiutare nessuno ad imparare: (l’individuo) deve imparare da solo attraverso l’esperienza. Quindi, davanti ad un gruppo di studenti, per esempio, io non insegno niente, io mi mostro così come sono, e basta. Lo studente fa la parte attiva, cioè se vuole prende da me tutto ciò che desidera, ma io sono impossibilitato a dargli qualsiasi cosa. Nessuno potrà convincerti che le cose stanno in un determinato modo, perché la tua coscienza le vede, a seconda dei prerequisiti che hai, in quel modo, e non c’è nessuna possibilità di convincere nessuno…” (Corrado Malanga, intervista a Byoblu del 2 Aprile 2020).
Inevitabilmente, mi torna in mente un celebre passo di Luigi Pirandello, tratto da “Sei personaggi in cerca d’autore”:
“E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre, chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo d'intenderci; non c'intendiamo mai!”
Ed eccomi nuovamente a riflettere e a meditare…
Alla fine, trovo sempre la mia risposta, perfetta ed inequivocabile… Nel silenzio.